lunedì 29 ottobre 2012

Poi parli e rovini tutto


Ho sempre più il terrore che tu sia simile al mio presente...
Non è una bella cosa...

Vorrei correre a dirti di non chiudere con il passato, per quanto male abbia fatto, ma non avrebbe nessun senso, non mi ascolteresti...

E poi no... Non pò essere così, in realtà tu non sei come me, volevi solo giocare, come me, sì... Però mi sembrava sincero quel tuo modo di fare... Invece no, forse era solo paura, ma il tuo sorriso nervoso  non me lo scorderò mai, nonostante mi fossi invaghita di quei tuoi modi di fare semplici ma che ho sempre desiderato.
E' vero che infondo non ho mai voluto qualcosa da te, e di associare a te la parola amore non ne avevo proprio il coraggio.
Non è amore.
E' come qualche modo di sopravvivere l'uno con l'altro, come fosse l'unico modo.
Ma i consigli della gente ci hanno fatto male.
Ci potrei scrivere un libro. Chissà magari un giorno lo farò...

Avrei desiderato che tu mi trattassi come una che ti fa schifo piuttosto che come una via di mezzo tra un niente e un qualcosa.

Metodi di per desiderare i nostri corpi, ma ho detto le parole sbagliate, scusa non ci avevo pensato.


mercoledì 24 ottobre 2012

Quel set chiamato confusione

Ottobre sta per finire, e a me sembra ieri quel 15 agosto.
Sarà che sono una poveraccia, ma nonostante non l'abbia ancora accettato ho capito che non cercavo la persona di per se, ma le sensazioni che essa mi dava.

 Forse solo perchè non avevo mai provato ad essere sincera alla prima, forse perchè era tutto fottutamente perfetto, oltre quella distanza, oltre quei chilomenti, oltre a quello che voleva in realtà lui.
Mi semrava di rivivere una scena del set.
Ancora.
Di nuovo un film.
Due attori, benchè non strettamente legati nel ruolo d'amore passionale che si provano a frequentare non avranno certamente la capacità di essere sinceri.
Non l'uno con l'altro, ma con se stessi.
Si necessita che la scena che si sta vivendo sia sempre più apparente ad un film.
Effetti speciali, spannung, ma prima o poi conclusione.

 Quando stai per pensare che tutto sia finito poi arriva l'amico del pargolo illudendoti che al dilà del set ci sia una speranza.
Una speranza che non contavi di avere. Andava bene così, senza sentimenti se non quella speranza.

Così tutto d'un botto ti svela che quell'attore aveva a che fare con la tua vita, nonostante non ti fossi accorta dell'importanza al momento.
 Ma poi per nulla stranito l'attore confessa di non essere d'accordo con l'amico vissuto.

E da lì tutto a capo con altri pregiudizi.
Ma allora come si fa a capire se l'attore recita nella vita o solo in quel palco? Come si fa a interpretare la vita come una vita vera, senza pregiudizi?

Certo, alla gente vien comodo dire "Guarda come recita bene, sembra vera" ma non si sdegna anche a dire "Guarda come vive, pare stia recitando"

Come facciamo a capire se la nostra vita si basa sulla recita o la recita si basa sulla nostra vita?

domenica 21 ottobre 2012

Sensazione di pelli che scambiano emozioni

Stavo pensando, pensando a quanto abbia lasciato indietro la mia vita.
Ho letto varie parole che mi hanno spinta a credere che la mia vita fosse uno schifo, ma ne ho lette tante altre che mi hanno fatto capire che una sofferenza simile se non peggiore la stanno vivendo altri miliardi di anime come me.
Anime intrappolate in quel corpo che tanto odiano, in quel corpo che vorrebbero continuare a marcare con quel segno, quella firma indelebile fatta di sangue che si trasforma in dolore quando la ferita passa e si è quasi sorridenti.

Qualche giorno fa parlavo tranquillamente e sorridendo volevo scambiare due chiacchiere con chi mi era sempre accanto, e che anche se adesso non mi sta accanto ogni sera mi vorrebbe proteggere, a modo suo, dalle pugnalate.
Ho sentito pugnalate al cuore, ma continuo a pensare che la persona a cui volevo rivelare il mio errore, la mia pazzia non capisca per nulla.
Sono ancora tutti convinti che io sia una ragazzina viziata che soffre per amore.
E' vero, ma soffro per l'amore che mi manca, non per quello di un coetaneo che mi fa la corte.

Forse sbaglio a rivelare i miei errori al mondo e vorrei che queste parole continuassero a mangiarmi dentro come hanno sempre fatto, ma ora non ce la faccio più.
Forse è per questo che ogni volta che il mio corpo sfiora un corpo vicino, quasi aderendo, mi sento coinvolta e provo a trovare in quel ritmo così lento, in quelle mani che sfiorano la mia pelle, una ragione per continuare a sperare che forse le cose miglioreranno, nonostante avessi smesso di sperare.

Poi però mi rendo conto che è tutta una solita messa in scena e capisco che il mio ruolo nel mondo è quello di recitare.