venerdì 2 marzo 2012

Spina

Scende, velocemente ma sembra un'eternità. L'eternità dei sogni, l'eternità degli incubi. La vedi lì, scendere lentamente come se non gliene importasse nulla.
Soffrendo ho cercato di far capire ora mi muovo.
Ora sono sola e mi sento così, un robot. Quello che sono, quello che sono e che non avrei mai voluto essere.
Mi vedo così, con questa spina sul viso, mi sento come tu mi dici che sono, sbagliata. Mi sento come da sola riesco ad essere.
Sono l'errore più fragile della tua vita.
Tu mi vedi così, ma con una risata riesco a mascherare tutto e tu pensi sia tornato tutto apposto, e ti stupisci entrando da quella porta a vedermi in lacrime tremando. Quella forte bambina che ride ormai è una fragile donna che soffre.
Una donna prematura.
Non è divertente essere una donna prematura, piuttosto direi che sarebbe bello essere una ragazza cresciuta.
Anziana quella adolescente trema perché non ce la fa più a ridere in vista a tutto quello che fa. I suoi errori sono tremendi.
Scrive per rendersi conto dello schifo che fa, ma in realtà è due persone.
Mentre si abbuffa lei pensa alla dieta.
Mentre vive lei pensa alla morte.
Mentre ride lei è in lacrime.
Mentre sogna lei pensa.
Trema trema trema e si ripete che ce la farà ma sa che invece non è più viva.
Schiaccia la tastiera con le mani tremolanti ed i tasti umidi.
Sente la canzone delle sue lacrime.
Vede nelle sue unghie le briciole.
BASTA.
Vuole uscire, ma non ce la fa: ha paura, l'ingenua.
Non esce di casa da mesi.
Dice che domani riproporrà quello di cui vive, ma sa bene che non lo farà.
Lei non vive, lei spera di morire.
Quella spina sul viso, è quella spina che adesso accarezza le sue labbra.
Quella spina è la sua lacrima